La storia

Villa Sorra viene costruita negli ultimissimi anni del Seicento a cavallo dell’antico confine fra il Ducato di Modena e lo Stato Pontificio, sotto l’influenza della moda del secolo, che prevedeva, da parte della nobiltà, la costruzione di residenze di villeggiatura fuori le mura dell’antica capitale del Ducato Estense: Modena.
La villa, posta in un contesto prettamente agricolo, fu costruita al centro di una grande possessione tra i Comuni di Gaggio di Piano e Panzano vicino Castelfranco Emilia, da una nobile famiglia modenese: i Sorra.
La fortuna della villa è soprattutto legata al periodo che vide come dimoranti le prime due famiglie proprietarie, cioè i Sorra, appunto, e i Munarini, blasonate famiglie della nobiltà del tempo. Tale periodo corrisponde anche al massimo splendore che Modena, divenuta capitale, ebbe nel Settecento e nei primi dell’Ottocento dopo la Restaurazione con la breve parentesi napoleonica.

Con l’Unità d’Italia, il declino della nobiltà e le due guerre mondiali, la villa e la sua tenuta andarono via via perdendo l’antica importanza.
Villa Sorra rappresenta una testimonianza emblematica, non solo come “casa da padroni” per sovrintendere ai propri beni, ma come “vita in villa” per villeggiare e oziare in una residenza ricca di delizie. Quest’ultima tradizione, che prendeva origini anch’essa dall’epoca romana ed era stata interrotta nel periodo della caduta dell’Impero, venne ripresa a partire dal XIV secolo.
Fra il Seicento e il Settecento nel territorio fra Bologna e Modena tale tradizione ebbe il suo massimo splendore.
L’importanza del complesso storico di Villa Sorra è dovuto principalmente alla coesistenza di numerosi e diversi elementi quali l’edificio nobile, il parco storico, i manufatti romantici, le vie d’acqua e i poderi agricoli, singole parti che vanno, insieme, a formare un unicum di grande suggestione e a ricreare un lembo di paesaggio agrario, altrove ovunque ormai perduto, di grande interesse dal punto di vista culturale e ambientale.

Nel complesso, la villa e il giardino inseriti nel territorio, danno vita a una sorta di museo en plein air nel quale la tenuta agricola, la casa padronale e il parco vanno a costituire un articolato complesso di grande rilevanza.
Il giardino di Villa Sorra è sicuramente l’elemento di maggior pregio.
Parliamo infatti di quello che è un caso emblematico nella storia del giardino italiano, certo l’esempio più rappresentativo di giardino romantico dell’Ottocento estense e da molti ritenuto il più importante parco informale presente nella nostra regione.
Il giardino, quasi contemporaneo alla villa, era in stile “alla francese” e probabilmente era uno dei giardini più grandi appartenenti alla nobiltà modenese del tempo. Fra il 1827 ed il 1850, quando fu trasformato “all’inglese” dalla proprietà con la consulenza del professor Giovanni De Brignoli secondo la moda del tempo, il suo valore estetico aumentò tanto che i proprietari di allora istituirono un regolamento per la visita del parco.

Il giardino fu arricchito da elementi architettonici tutti realizzati in questo periodo; vi lavorarono il paesaggista modenese Tommaso Giovanardi e l’ingegnere Giuseppe Toschi (rovine del castello e torri), il paesaggista bolognese Campedelli (la terrazza, le grotte, le terme e lo scalo sul lago), lo scenografo Camillo Crespolani e il mastro Carlo Stancari (grotte sotto il castello) e l’ingegnere Cesare Perdisa (serra).
Oltre alle piante tipiche del bosco planiziale come le querce, frassini, aceri, olmi e carpini c’erano anche piante rare provenienti dall’Olanda, dal Giappone e persino dal Nepal.
Il giardino rappresenta una realizzazione unica di giardino romantico ottocentesco.

Il compendio “Villa Sorra” di proprietà dei comuni di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario Sul Panaro è attualmente oggetto di un progetto di restauro e risanamento della Villa, della Serra e del giardino storico, denominato “Villa Sorra: Saperi e Sapori”.